Cari Cittadine e Cittadini,
Il 25 aprile si celebra in tutta Italia la festa di Liberazione: nel 2021 ricorre il 160° anniversario dell’Unità d’Italia e il 75° della Repubblica.
Celebrare il 25 aprile significa ricordare le tante persone che si sono sacrificate per portare la libertà. Significa ricordare la Resistenza con cui, gruppi di persone, hanno agito per cancellare l’oppressione di una guerra.
Ricordare il 25 aprile ci impone di cercare esempio e ispirazione da quelle vicende. Perché da quelle vicende è nata la Repubblica Italiana, è stata scritta la Costituzione Italiana fino ad arrivare alla creazione di un’Europa Unita. Un percorso non semplice, lineare, ma irto di ostacoli e difficoltà superati grazie al grande senso di responsabilità e di senso civico delle persone che lo hanno tracciato.
Per il secondo anno celebriamo questa ricorrenza in modo contenuto per la pandemia. Una pandemia che, come la prima e la seconda guerra, ha carattere mondiale ed ha portato un numero di decessi maggiore delle due guerre e ad una limitazione a quella libertà, per cui tante persone hanno combattuto per ottenerla durante la seconda guerra. Analizzando gli eventi fra la pandemia ancora in corso e la seconda guerra mondiale, possiamo indicare che non c’è necessità, come allora, di una ricostruzione fisica del Paese a causa della distruzione delle città e dei territori, ma come allora, serve un forte rilancio dell’economia della nostra Italia, che rimane, grazie alla ricostruzione post bellica, uno dei principali paesi industrializzati al mondo.
Durante questa pandemia, sono cambiate le nostre abitudini, il modo di relazionarci con gli altri, abitudini e relazioni che abbiamo sviluppato con la fine della seconda guerra, grazie al coraggio di chi ha voluto combattere, con grande senso civico, per la libertà. Il termine Resistenza, usato durante e dopo la fine della guerra per indicare la volontà di persone organizzate in gruppi di combattere il nemico, è diventato in questa situazione di pandemia, Resilienza, come capacità di una singola persona o di un gruppo di persone, a resistere a questa pandemia.
Questa giornata di festa della Libertà è anche un momento di promozione del Senso Civico.
L’esempio di chi ha combattuto per la libertà deve far riflettere in noi l’idea che noi non siamo solo abitanti. Siamo cittadini. E non siamo solo cittadini. Siamo popolo. L’educazione civica deve aiutarci a passare da “abitanti” a “cittadini” e “cittadine” appartenenti ad un popolo con preziosi valori, diritti e responsabilità, aiutare a ritrovare o a crescere in noi il senso civico. La tendenza all’individualismo e alla competizione ci ha fatto perdere di vista la realtà delle cose: non siamo individui isolati ma parte di una comunità che riconosce i nostri diritti fondamentali e richiede un forte senso di responsabilità personale e collettiva.
L’emergenza sanitaria ha evidenziato quanto sia importante promuovere la diffusione tra tutti i cittadini e le cittadine della cultura della responsabilità e della cura reciproca. Mai come oggi abbiamo bisogno di ricordare a tutti che non siamo solo individui isolati ma parte di una comunità che riconosce i nostri diritti fondamentali e richiede un forte senso di responsabilità personale e collettiva. Ognuno di noi è responsabile, se non si allinea alle misure per combattere l’epidemia, verso il proprio caro o vicino.
Non abbiamo un nemico visibile da affrontare come in guerra, ma un nemico subdolo e invisibile, che non perdona.
Queste sono le considerazioni che mi sento di condividere con Voi Cittadini in questa giornata di festa, di celebrazione dei ricordi legati ad un evento bellico mondiale, che ha portato distruzione e morte.
Un saluto all’A.N.P.I. parte attiva nella liberazione e oggi nell’importante ruolo di mantenere vivo il ricordo di chi ha combattuto e ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà.
Buon 25 aprile, viva l’Italia, viva Somaglia.
Angelo Caperdoni, Sindaco