
Nell’area di bassura subito a sud di Somaglia, lungo la strada provinciale che porta verso Guardamiglio, la campagna è occupata da una fitta costellazione di cascine, una delle quali è quella di Campospino.
La presenza della cascina, il cui nome è forse da collegare alla abbondanza di arbusti di biancospino che crescevano nella zona, è documentata fin dal Cinquecento, anche se, nei dintorni, le testimonianze di frequentazione sono certamente più antiche, come indicano le tracce di un abitato romano rinvenute durante gli scavi per il passaggio dell’Alta Velocità.
La memoria storica della cascina, ora custodita dalla famiglia Ciserani, che la abita e che ha cortesemente contribuito alla stesura di questo scritto, ricorda, inoltre, che, un tempo, davanti alle stalle, fossero ancora in vista mura in rovina riferibili a strutture precedenti.
Il cuore del complesso era costituito, così come ora, dall’ampia aia rettangolare, su cui si affacciano la casa padronale, a due piani, collegata ad una stalla, forse impiegata una volta per i cavalli, le case coloniche, i fienili e le altre stalle, secondo la tradizionale organizzazione delle cascine del Lodigiano.
Interventi di restauro devono, però, essere stati compiuti intorno al 1915, secondo quanto riporta una mattonella incisa con questa data, situata alla sommità di uno dei muri della rimessa, sul lato della strada: sono stati, tuttavia, mantenuti i soffitti, in cotto oppure a capriate di legno, e le facciate dei fienili e delle stalle, a loro volta scandite da arcate in mattoni.

Interessante, ma non più funzionale, è il pozzo a pompa che si trova sul retro della rimessa e che, una volta, riforniva anche l’abitazione del padrone.
A protezione dell’intera cascina è tuttora posta, all’interno di una nicchia foderata di conchiglie, una statua del Sacro Cuore di Gesù.
L’importanza ricoperta da Campospino è, infine, rappresentata dal fatto che, almeno fino al 1950, qui abitavano circa dieci famiglie: essa era davvero una specie di “villaggio”, completamente autonomo ed in grado di provvedere a se stesso grazie all’esistenza di una riserva d’acqua e del forno, oggi non più esistente.
In effetti, prima della realizzazione dell’attuale provinciale, la zona si trovava ad essere piuttosto isolata: l’unica via che collegava la cascina al paese era un sentiero campestre, il quale, attraverso altre cascine, Colombara e Ranere, conduceva proprio a Campospino ed alla Fittarezza.
L’azienda agricola opera ancora a buon ritmo, quasi esclusivamente nell’ambito dell’allevamento bovino e della produzione di latte.

Se Campospino è oggi una cascina viva e pulsante, lo deve soprattutto alla dedizione di generazioni di persone che hanno fatto del proprio lavoro la passione e lo scopo di una vita intera.